Da Affari Italiani di oggi,
Anche gli studenti universitari di sesso maschile vendono il loro corpo per pagarsi gli studi. Sarebbe infatti firmato da universitari un annuncio su quattro di quelli che si trovano sui siti di "incontri privati", nei quali in sostanza si offrono prestazioni sessuali in cambio di denaro.A un anno dall'inchiesta sulle porno studentesse, una nuova indagine di Studenti Magazine torna a scandagliare il mondo della prostituzione nelle università, scoprendo che quanto vale per le studentesse vale anche per i colleghi di sesso maschile.
Varie le tariffe: dai 50 euro per le prestazioni omosessuali ai 150 per i gigolò etero. Per farsi "accompagnare" per un intero weekend da uno studente atletico e colto si possono sborsare però anche mille euro.
Un fenomeno che ha diverse facce. Secondo Studenti Magazine c'è la prostituzione eterosessuale, quella omosessuale e quella via web, i cosiddetti "camboy", che furoreggiano sui programmi di instant messaging e su svariati siti internet, gay e non. Sono ragazzi che si spogliano in cam, facendosi pagare tramite sistemi quali postepay, paypal, europay etc. Il prezzo lo fa chi decide di spogliarsi. C’è chi per mezz’ora chiede 10 euro e chi invece anche 50. Dipende poi anche da quello che viene chiesto: per esempio lo spogliarello costa più di un semplice balletto.
Studenti Magazine ha individuato anche il profilo del cliente medio. Da alcune risposte alle inserzioni e dalle interviste raccolte è risultato che nella maggior parte i clienti hanno tra i 40 anni e i 50 anni, dichiarano di non essere gay anche quando chiedono sesso omosessuale e hanno disponibilità economica elevata.Entrare in questo mondo è semplicissimo: basta avere una connessione a internet e un indirizzo e-mail. Studenti Magazine ha anche simulato diverse situazioni di domanda-offerta, scoprendo che gli studenti più a buon mercato sono quelli che si prestano a rapporti omosessuali, con una "parcella" media, appunto, di 50 euro. Gli inserzionisti degli annunci privati sono spesso studenti soprattutto a Milano, che con il 29% guida la classifica. Sotto la media è, invece, Bologna (21%) mentre Napoli e Roma rispettivamente con il 24% e il 25% confermano a pieno la media.
Non vorrei fare il bacchettone, lungi da me. Credo che, conoscendo bene la realtà e avendone conosciuto qualcuno, tranquilli, a scopo informativo, e basta, non ci sia soltato la necessità del "pagarsi gli studi". Nelle grandi città, Milano è tra le prime, sicuramente, il costo della vita non è affatto basso: dagli affitti al divertimento. La maggiorparte dei gigolò, degli accompagnatori, di quei bei ragazzi che fanno sesso completo per 150€, un'ora, credo proprio si paghino ben altro che le tasse universitarie. La penso così. "Chi si vende" lo fà per mantenersi i vizi, dettati da una città viziata! Basta mentire. Vi ho sgamati!
Andre*
Andre*
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