Si potrebbe coniare questa formula pseudo-matematica: "gay+sport=mistero". E sì l'omossessualità negli spogliatoi è da sempre un tabù. Nessuno è mai riuscito a sdoganarlo uffialmente, di fatto rimangono chiacchiericci e pettegolezzi su questo o quel giocatore di calcio, o atleta di altre discipline. I media, tanto, non ne parlano. Il che è forse un bene. C'aveva provato il giornalista Colombo di La7 promuovendo in un programma a tarda sera - parentesi: ma perchè La7 fa bei programmi solo di notte? - la formazione milanese di calcetto King Kickers che aveva partecipato anche a manifestazioni e tornei internazionali. Alcuni sport, quelli di gruppo, aumentano la coesione tra gli esseri umani stessi, non a caso si parla di "fare gruppo". E se un ragazzo gay volesse dare due calci a un pallone con altri ragazzi gay lo può fare? Anche solo per sentirsi meglio in quel gruppo socializzando? Sì.
Esiste un portale che riunisce tutte le associazioni sportive italiane GLBT: www.gaysport.it. A questo coordinamento - che è riconosciuto dalla Federazione sportiva europea gay e lesbiche (www.eglsf.info) - fanno parte 20 realtà da nord a sud. Più ricca è la Lombardia: ce ne sono 5 a Milano tra nuoto, sci, pallavolo, calcio e tennis. Nel Lazio c'è anche l'associazione di ballo, ma se ne trovano anche in Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Piemonte. A livello nazionale c'è persino il "Gruppo Alternativo Motociclisti".
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