Si ritorna più o meno alla vita quotidiana di prima di partire. E soprattutto partire dopo il cosidetto "grande esodo" ti permette di gustare e vivere una città svuotata, rallentata. Casa mia, vuota. E quindi giorni vissuti come una specie di vacanza in più. Adesso, il ritmo è ancora quello prevacanziero: orari estivi, ultimi giorni di ferie... Lunedì, il primo di settembre, i ritmi torneranno quelli di sempre: orari invernali, campionato di calcio...
Ho pensato spesso a questo post negli ultimi giorni via, volevo scriverlo appena tornato ma non ce l'ho fatta. La foto che ho messo per augurarvi rappresenta per me uno stato d'animo. Ahimé, ancora da trovare. Ho pensato al fatto che, a fianco a me, sdraiato sulla sabbia o in giro in motorino per stradine erti, non volevo i miei amici a cui voglio bene, bensì un ragazzo. Da amare. Pensieri "difficili" me ne sono reso conto al tempo stesso, però è così: strana sensazione. Allora, i primi momenti, nella mia testa giravano quelle ultime due o tre facce note al mio cuore. Poi basta.
Non più, fino a quando non ho acceso il cellulare ieri e ho letto un paio di messaggi carini.
Mare e "fighi". Due parole che riassumono gran pare delle ultime settimane. Il primo, quello del Mediterraneo più antico. I secondi: Inglesi, Americani e Australiani. Ok, passatemi il "fighi", non voglio finire sempre lì, ma è così. Mannaggia!
Ricordo il cameriere in canotta (tipo-figlio-del-padrone-che-lavora-lì-per-guadagnarsi-la-paghetta) che si aggiustava il ciuffo, non notando di essere disordinato in tutto il resto. Ma quel disordinato carino. Poi il ragazzo che sorrideva a chissà chi [davanti a una webcam posizionata sopra a uno schermo. NdR] in un internet point, in vetrina.
Un biondino, braccia conserte, ai confini della bolgia di un locale, con il piercing luccinante al capezzolo, che risaltava ancor di più per l'abbronzatura scura. Sembrava aspettasse qualuno, o meglio, era stufo di aspettare.
Lo spilungone rasato romano con i tatuaggi casuali e messi a caso sul corpo tutto liscio, con catenazza da tronista e anelli. Era in slip, neri. Non sembrava esserci molto. Dopo la doccia con sapone, si è rivestito (tipo rapper de'noantri): jeans sotto-ginocchio, sneakers bianchissime, cappellino rosso (di quelli con l'ala che non si piega). E poi tutti quei crocchi di ragazzi ventenni, muscolosi, ma con pancia da "alcolizzato", tutti con boardshort diverso ogni sera, bling bling, e tavolo pieno di bottiglie di birra. I più raffinati, avevano i caraffoni di cocktail colorati.
Poi il mio pensiero su come proseguire questo post si interrompeva dal primo che passava a fianco a me sul bagnasciuga. Fine.
Bentornati!
Andre*
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